Cos’è “La Stanza Bella”

Un po’ di storia, a proposito del racconto che sta per uscire.

Il progetto originale de La stanza bella è piuttosto antico, direi del 2003 o 2004. Una delle prime cose che ho scritto “seriamente” e che ho anche provato a mandare in giro.

Tredici anni fa? Sì, l’ho detto che sono insicura, che finché non mi sento a posto non mi butto, no?

Questo racconto aveva una forma diversa, allora, uno stile ampolloso e a tratti persino solenne, nonostante fosse già scritto in prima persona, e dal punto di vista di una ragazza giovane. Cercavo di creare un’atmosfera misteriosa, ma ora mi rendo conto che ero solo vaga e persino confusa.

Lo mandai alla rivista Inchiostro. Non venne pubblicato, ma menzionato tra quelli che ce l’avevano quasi fatta.
La rivista non inviava schede di valutazione, benché le preparasse, ad uso interno. Però, a credere ciò che era scritto nelle prime pagine, era possibile richiederne la lettura per telefono.

Non so dove trovai il coraggio di chiamare…

Be’, mi risposero veramente e mi diedero retta! Una ragazza dalla pazienza infinita mi lesse le schede e poi, con mia grande sorpresa, mi passò il direttore, il gentilissimo Giampiero Dalle Molle, che voleva parlare con me. Evidentemente, il direttore aveva ascoltato tutto e, temendo che alcuni dei giudizi espressi nelle schede suonassero troppo duri (cosa che in realtà non mi era parsa) e potessero spaventarmi, si prodigò in consigli e incoraggiamenti.

Ecco, saranno state anche parole di circostanza (non penso avesse letto il racconto), ma non era tenuto a dirmele, e per me è stato importante che qualcuno non sminuisse né deridesse la mia ambizione, che mi dicesse che potevo farcela, e che, se anche non fossi riuscita, non avrei peccato di superbia per il solo fatto di aver voluto provare.

Oggi invece sembra che…oddio vuoi fare lo scrittore, che montato, come osi, non sai che bisogna studiare per decenni?
Va bene, sto iniziando…
No, bisogna aver già studiato per decenni!
Ma devo pur cominciare un giorno…e poi tu non mi conosci, che ne sai da quanto sto studiando?!
Prima di pubblicare un romanzo bisogna scriverne e buttarne via altri cinque!
Chi ti ha detto che questo sia il mio primo libro? Cosa pensi di saperne degli affari miei?
Bisogna fare gavetta!
Certamente, ma non devo farla per forza davanti a te, con le fanfare. Ma chi diavolo sei, tu?

Se non si permette alla gente di sbagliare, non le si permette nemmeno di imparare a fare le cose nel modo giusto. Quello che bisogna combattere a tutti i costi non è l’inesperienza, a cui si rimedia, ma la presunzione e l’arroganza. Che abbondano, purtroppo, tra gli “aspiranti”, è vero. Ma anche tutti gli altri non scherzano.

Comunque.

Le schede erano state in realtà sin troppo generose, il racconto era immaturo, e non soltanto nello stile. Perciò l’ho rivoltato come un calzino, facendomi tutte le giuste domande per non lasciare buchi nella trama, ho perfezionato la voce narrante perché fosse più vivace e realistica.

L’editor ha detto che è scorrevole e persino “divertente” da leggere.

Nonostante parli di una tragedia terribile.

Certo, è sempre una cosa triste e sentimentale, cosa credevate?

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