Angurie!
Le angurie mi hanno sempre fatto molta tenerezza.
Al vederle ammucchiate, abbandonate nei cassoni, mi sembrano creature inermi, tonde e placide, completamente indifese e anche un po’ malinconiche.
Come si può pensare di assalirle con un coltellaccio?
Perciò, se mentre cerco materiale balordo interessante da leggere, mi capita una sinossi che inizia così…
“Perché ogni mattina un venditore di angurie lo sveglia urlando sotto la sua finestra?”
…non posso che sobbalzare sulla sedia.
Inquietante! Forse i pacifici fruttoni potrebbero essere coinvolti in qualche piano sinistro, potrebbero rendersi complici di una congiura? Insomma, angurie malvagie…?
Possibile?
Non voglio crederlo.
Ma devo sapere.
Così ho preso questo libro, Gozzo Unterlachen poeta maledetto, e mi sono trovata sbalzata in un mondo parallelo completamente demenziale, molto divertente, a vivere un’avventura pazzesca insieme a questo poeta da strapazzo, maledetto nel vero senso del termine.
Lo straconsiglio a chiunque abbia il gusto dello strano e il senso dell’umorismo surreale.
Unica pecca, a mio parere, è che a tratti sembra trascinarsi troppo a lungo, non perché sia noioso (anzi), ma perché il lettore (o almeno io) non riesce a capire dove si andrà a parare, non ha ben chiaro un possibile obiettivo del povero protagonista in fuga (fino a ben oltre la metà del romanzo), e quindi non sa cosa augurarsi che accada.
Ma è un difetto minimo, ampiamente compensato da un ritmo vivace e uno stile brillante.
Però (ora spoilero un poco)…come volevasi dimostrare! Le angurie sono innocenti! Sono state strumentalizzate, sfruttate, tagliate a fette come al solito!
Quando finirà questo orrore?!
Orribile massacro!
(Scherzi a parte, sono colpita dal coraggio dell’editore nel pubblicare un testo simile. Ma quanto avrà venduto? Vabbè che tanto l’autore non esiste…)