Via, in monastero

Sono stata via per un po’. Precisamente in questa location:

In vacanza, come dicevano alcuni miei colleghi?
Li ammazzo.
Si è trattato della 21esima edizione della Scuola (militare) di Spettrometria di Massa, uno spietato corso di sopravvivenza con pause cronometrate per far pipì e mangiare tra una lezione massacrante e l’altra.

Anche la serata che si supponeva di divertimento (uscita serale a Siena e poi cena tutti insieme), è stata all’insegna delle corse qua e là, deportati con un pullman che partiva dieci minuti esatti dopo la fine dell’ultima lezione.

Bella, la Certosa? Boh, chi l’ha vista. Suppongo di sì.

A parte gli scherzi, forse sono io che ormai mi ritrovo decisamente troppo vecchia per passare intere giornate a sentire conferenze e cercare di apprendere. Comunque è stato un bel corso, un’esperienza senza dubbio unica. Avrei solo bisogno di un’altra settimana, stavolta di ferie vere, per riprendermi; invece niente, sono di nuovo al mio posto.

Questo per spiegare come mai non ho strombazzato ancora ai quattro venti la grande notizia che Globus è arrivato in finale al Premio Odissea.

Ma non mi monto la testa, nonono.

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