Mezza vittoria

Globus non ha vinto, ma ha ricevuto una bellissima valutazione.
La protagonista si è fatta notare e ricordare, e non solamente per le peculiarità della sua forma e fisiologia. Il mondo strampalato che ho creato è risultato vivo e interessante, le invenzioni originali, i personaggi credibili, lo stile impeccabile.

Persino le descrizioni (mai e poi mai il mio punto forte!) sono piaciute! Ma…qui devo confessare, non è tutto merito mio. Anzi, quasi per niente. Come dissi qualche post fa, per alcuni paesaggi mi sono ispirata ai quadri del pittore surrealista polacco Jaçek Yerka e al Codex Seraphinianus.

Le meraviglie di Yerka si possono ammirare qui, mentre il Codex…be’, è un libro. Cartaceo. Un’opera dell’artista Luigi Serafini, un’enciclopedia immaginaria piena di disegni assurdi divisi in sezioni (piante, macchine, animali, città…) accompagnate da didascalie finte e paginate di “scritte” incomprensibili e indecifrabili.
Esiste forse anche in pdf, ma, francamente, per questo genere di cose credo che la fisicità dell’oggetto sia parte del suo valore artistico.
(Per la cronaca: pesa tre chili. Molta fisicità, troppa arte.)

Cosa non è andato bene, invece?

Be’, la costruzione della storia in sé. La fabula, o l’intreccio, o tutt’e due. Si comincia benissimo, ma ci si siede. Il lettore viene incuriosito e coinvolto nella parte iniziale, ma lasciato poi ad attendere troppo a lungo delle spiegazioni…che poi non arriveranno nemmeno.
Alcune cose, che volevo indefinite ed evanescenti, lo sono troppo, finiscono per mancare di incisività, rimangono belle parole.
Il romanzo si svolge su due diversi piani temporali, e le brevi scene della trama parallela, oltre che mancanti di tensione (in effetti le avevo concepite come vignette, più che come scene vere e proprie) sono tessere di un puzzle difficile da ricomporre. Ci si perde.
Infine, pare che non si colga appieno quale sia il tema portante della storia, e questo è terribile. Sul serio, la cosa peggiore che può capitare, che il lettore si domandi: “Mbé? Cosa mi hai raccontato a fare tutto questo?” Soprattutto quando invece tu, autore, eri convinto di essere stato chiarissimo!

Be’, no, che la storia fosse “tosta” da capire lo sospettavo.
Un’opera ambiziosa, sopra le righe, esagerata, ma che vuole essere presa sul serio.
Forse ancora al di là delle mie capacità.

Ho voluto buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma…poi si rischia che, come diceva un mio amico, il cuore va là, ma noi restiamo di qua e non sappiamo nemmeno come fare a riprendercelo.

Comunque questa scheda è estremamente preziosa per me e conto di far tesoro di queste critiche.
E non perché mi hanno riempita di complimenti e si sono resi simpatici.

Perché mi hanno fatto osservazioni puntuali, precise, che denotano che il libro è stato letto con attenzione. E perché il loro giudizio riguarda aspetti della narrazione che a mio parere l’autore non può riuscire a valutare da solo (cosa si capisce, quanto si capisce, che effetto fa questa rivelazione eccetera), aspetti su cui mi ero interrogata già da me senza venirne a capo.

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