La chiave della discordia

La chiave della gabbia, quel mio manoscritto a cui tengo tanto, e in cui avevo riposto molte speranze, non è piaciuto ai valutatori del concorso.

Il mio stile di scrittura sì, quello è stato considerato, bello, suggestivo, ricco ma scorrevole.

Ma il contenuto, secondo loro, proprio no va. Troppo enigmatico e astratto, come il disegno tracciato dalla Granduchessa durante la meditazione, evanescente come le bolle soffiate dal protagonista, senza una trama che avvinca. Infatti, nella prima parte della scheda di valutazione, dove avrebbe dovuto essere riassunta la trama, compare solo l’enigmatico (questo sì) trafiletto: “in un mondo fantasy, seguiamo alcuni personaggi, X, Y e Z”.

Vale a dire? Non si è capito niente?

Avevo forse bene chiaro in mente cosa volevo esprimere, mi si concede, ma non ci sono riuscita, per il lettore rimane tutto impalpabile, metaforico, per non dire confuso.
La mia scrittura, pur bella e curata, si perde in descrizioni e digressioni non utili allo sviluppo della vicenda.
Eh? Ma…come fate a dire cosa serve o meno alla vicenda, se non sapete quale sia, questa vicenda?

Oh, sono permalosa e non accetto le critiche?

No, no, non sono offesa.
Mi permetto di ribattere per il semplice fatto che ho in mano un’altra scheda di valutazione professionale che recita l’esatto contrario.
Questa editor ha capito benissimo tutto, la trama, le implicazioni, il tema, i drammi dei personaggi. Non è rimasta confusa per nulla, anzi, era tutto lineare e ben definito, secondo il suo parere.
Ha trovato l’intreccio ben costruito e in grado di suscitare curiosità e spingere il lettore a proseguire, e alcune parti persino commoventi.

E un altro mio lettore, uno “normale”, di prova, anche lui è riuscito a capire; anche se non ha colto proprio tutte le sfumature, è rimasto, come me, basito da questo giudizio.

Insomma, quella confusa sono io, e da questa seconda scheda! O le persone che ho interpellato finora sono, per pura coincidenza, tutti dei telepati capaci di leggere magicamente le mie intenzioni in un testo incomprensibile, o questo testo proprio incomprensibile non è.

Evidentemente, il mio modo di scrivere e le storie (è vero, un po’ astratte e bizzarre) che tendo a creare non sono nelle corde di questo/i valutatore/i, e pazienza, me ne farò una ragione, è un fatto che, se si dice qualcosa, non si può piacere a tutti.

Ma adesso cosa diavolo devo fare?

(Per amor di verità, devo ammettere che mia madre, invece, la pensa come questa scheda più negativa, ma lei è del tutto priva di immaginazione e ha difficoltà anche a comprendere il linguaggio figurato. Per dire, pur spiegandole a chiare lettere che (non è uno spoiler) “l’uccello meccanico è la chiave per tornare a casa”, lei continuerà a obiettare: “come può essere una chiave, se è un uccello?”)

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