Musica condensata

È terribile, il caldo.
Ma deve esserlo per tutti, sennò non è giusto!
Invece… c’è chi ci sguazza, chi si sente ancora meglio, brillante, pronto a tutto.
In particolare, oggetti di legno che ridono di me.

Il flauto dolce è uno strumento molto semplice, fatto da una testa “a fischietto” e un corpo che serve a modulare la colonna d’aria accorciandola e allungandola tramite i buchi su cui si posizionano le dita.
L’imboccatura va, come dice il nome stesso, direttamente in bocca al suonatore, toccata di continuo con la lingua per articolare le varie note; questo contatto intimo e molto bagnato fa sì che, inevitabilmente, l’aria che passa all’interno dello strumento sia molto umida e finisca per far condensare acqua sulle pareti del cilindro.

Quella che dà fastidio è la condensa che si forma nella testa del flauto, poiché è lì che viene prodotto il suono.

Pian pianino, ci accorgiamo che le note diventano velate, rauche, fino a spezzarsi del tutto. I sovracuti fischiano, le note basse scompaiono.
Che fare?

L’unica procedura efficace è tappare con un dito il labium (cioè la lamella del “fischietto”) e dare una soffiata energica, che spazzi via la condensa e la butti fuori. Ancor meglio sarebbe staccare la testa e asciugarla, scrollarla.
Cose che si possono fare se si è in prova, durante lo studio, o anche in concerto tra un pezzo e l’altro. Di sicuro non nel bel mezzo dell’esibizione.
Invece, mentre si suona, arrancando per non perdere il tempo, si può solo cercare di succhiare velocemente tra una nota e l’altra, cosa poco elegante e ancor meno efficace.

Per questa ragione, i concertisti usano sempre più strumenti durante lo spettacolo, alternandoli.

Perché non c’è scampo, è solo questione di tempo e vedremo il flauto affogare miseramente, ormai muto, mentre perde acqua da tutti i fori possibili. Uno spettacolo veramente penoso.

Questo fenomeno è tanto più veloce ed evidente quanto più bassa è la temperatura ambientale, suppongo per la differenza termica tra interno ed esterno dello strumento.

Insomma, a 35 gradi i flauti funzionano che è una meraviglia, sono anche più intonati e non si tappano mai! Io sono morta, svenuta, mi gira la testa e non riesco a soffiare, e loro belli allegri, zufolanti, pronti a suonare da soli sul mio cadavere.

Li odio, li ammazzerei.

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