Un anno, un mese…
Esattamente un anno fa stavo dandomi da fare col NaNoWrimo, ed ero a buon punto, già oltrepassata la metà del target, con più di 26000 parole in saccoccia! Si trattava de “Il tetraedro scarlatto”, e il lavoro della giornata iniziava così:
Poi il rosso scarlatto. E un po’ di borgogna, lungo gli spigoli…
La mia mente è insieme concentrata e distante. Gli occhi e le mani lavorano al disegno ma l’immaginazione divaga, anzi, galoppa. La stella del mio sogno, che scendeva sul balcone, mi avvolgeva di luce bianca. Il passato. A che scopo rivangare il passato? È tutto morto laggiù, ogni cosa, sia brutta che bella.
Le memorie ci rendono ciò che siamo oggi? Può darsi, in parte. E quindi? A maggior ragione, se tanto sono ormai parte di noi e ci influenzano comunque, non c’è bisogno di richiamarle, di indugiare sulle cose che sono successe. Saranno sempre lì, dentro, da qualche parte.
Nella mia pietra, ad esempio. Chiuse, al sicuro, da dove non possono uscire.
La storia di una ragazza a cui, tanti anni fa, nel giorno peggiore della sua vita, è stato detto che poteva nascondere i ricordi più brutti dentro a un amuleto (una pietra a forma di tetraedro, appunto), per riposare, per trovare temporaneo rifugio dal dolore e poterlo affrontare quando si fosse sentita più forte e pronta.
Ma Rossana non ha mai smesso di buttare le emozioni negative nella sua pietrina rossa, e con esse ci sono finite anche tutte le altre, e poi anche i ricordi belli, perché credere di non essere mai stati amati da qualcuno è più facile che accettare il tradimento del legame che dovrebbe essere il più sacro al mondo.
Ma la svolta (fantastica) nella storia è che ciò che le è stato raccontato come fiaba consolatoria è proprio vero, le pietre assorbono e possono persino restituire, anzi ricambiare i sentimenti umani. Non i sassolini piccoli, magari, ma un insieme abbastanza grande di pietre può diventare senziente dopo aver assorbito abbastanza…
Come ho già accennato, la mia musa mi ha pugnalato alle spalle con questa storia e non è facile lavorarci. L’ho revisionata accuratamente nel contenuto, ora riposa in attesa di subire un’altra passata per lo stile. Ma aspetterà ancora un po’ perché intanto ho un impegno più pressante.
Invece, esattamente un mese fa ero in vacanza per qualche giorno in Belgio, un paese che, per quanto piatto, sembra molto meglio della pianura padana, almeno a giudicare dalla vista dall’aereo. Quindi ho pensato bene di iscrivermi a una bella gita nelle campagne delle Fiandre.
Uhm…bello il verde e le mucche, ma…
Vabbè, è comunque meglio della pianura padana.