Cosa c’entra Ornella Vanoni

È la seconda volta, in poco tempo, che Ornella Vanoni compare nei miei sogni.

Boh, non sono una sua fan in modo particolare, non mi è capitato di recente di leggere o sentire qualcosa su di lei…

Nel primo sogno, si scopriva che era grande amica di un mio amico musicista, e che voleva, così per scherzo, venire una volta a cantare con noi, durante le nostre prove; prima però, il mio amico doveva aiutarla a risolvere un problema legale legato alla compravendita di una casa. Il mio amico, nella realtà, non è affatto un avvocato (è laureato in tedesco, non in legge), ma nel sogno sì.

Stavolta, invece, il sogno era confusissimo e non ricordo quasi nulla, se non che per l’appunto Ornella mi faceva un lungo discorso, forse cercava di insegnarmi qualcosa, è possibile parlassimo di fate o cose del genere, e che anche lei fosse in realtà una creatura soprannaturale.

Ho riflettuto a lungo. Ci ho messo un po’, ma penso di aver trovato un collegamento tra me e la grande Ornella.

Ultimamente, quando fingo di aver voglia di lavorare invece di crogiolarmi nelle mie storie in maniera assolutamente fine a se stessa, ho pensato che sarebbe l’ora di pubblicare un racconto della sfilza che ne ho accumulati, e sono indecisa tra i due più vecchi.

Non riesco a scegliere, al punto che pensavo di tirare una moneta.

Lo so, è sempre tutta una scusa della mia anima profondamente procrastinante.

Bene, il punto é: alcuni miei scritti hanno una colonna sonora. O nasce per qualche motivo mentre scrivo, o addirittura sono in parte ispirati da essa.

Per esempio, per me Globus si sposa bene con la Chanson Triste di Tchaikovsky, in particolare nella versione moderna di James Last.

Ecco. Uno dei due racconti, incentrati su una madre e un figlio separati da un abisso temporale, è strettamente legato alla canzone Chiamami, appunto, di Ornella Vanoni.

È un segno? Un aiuto sul da farsi? Un suggerimento dell’inconscio?

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